Squid game – La prima fonte

Supponiamo che le prime scene di un film siano che la testa di un professore in una aula di liceo diventi un Daruma, e che il professore muoia. Supponiamo che il Daruma dia inizio a un gioco. Supponiamo che sia meglio che non ti muovi. Supponiamo che questo gioco sia mortale. Supponiamo che la porta dell’aula sia misteriosamente bloccata. E supponiamo che questo no sia Squid Game.

As the Gods Will (神さまの言うとおり) (2014) diretto da Takashi Miike.

Era il 2011 quando usciva in Giappone “Kamisama no iu tōri” , ovvero come i Kamisama dicono, vogliono. Kamisama, cioè “divinità, spiriti” giapponesi. È un manga scritto da Muneyuki Kaneshiro e disegnato da Akeji Fujimura . Da questo manga, nel 2014, il film di Takashi Miike. Il contenuto diegetico è per molti aspetti simile a quello di Squid Game. Un gruppo di ragazzi, volenti o nolenti, si ritrovano a dover fare dei giochi, dei giochi tipici dell’infanzia, giochi che, come accade in Squid Game, sono mortali.

Ne parliamo perché lo consideriamo una delle due fonti, l’altra la vedremo, che ci possono aiutare a meglio comprendere le tre scene che abbiamo già individuato. Le tre scene portanti per comprendere bene la scrittura di Squid Game. La scena circolare, la scena quadrata, la scena triangolare. Il film che prendiamo in considerazione adesso, “As the Gods Will”, l’adattamento del titolo in inglese, ci serve per comprendere meglio un aspetto della scena quadrata. Ne abbiamo parlato nel primo articolo (video) “Squid game – L’ultima analisi”. Fare riferimento a questo articolo (video) per l’individuazione e la spiegazione delle tre scene che ho individuato in Squid Game.

L’aspetto che per il momento qui ci interessa accade alla fine del film. Sono cinque i ragazzi che sopravvivono a tutti i giochi. Credono di avercela fatta tutti e cinque, di rimanere quindi in vita. Partono addirittura i fuochi di artificio. Da una matrioska appaiono dei ghiaccioli/cremini. Ciascun ragazzo prende uno di questi ghiaccioli. Man mano che vengono mangiati o che si sciolgono, i cremini rivelano nella parte nascosta dello stecco la scritta: tu vivi, tu muori.

E questo è quello che dicono le matriosche ai ragazzi che avevano il compito di guidare l’ultimo gioco. Parafrasi: per essere potuti arrivare sin qui avete avuto bisogno di intelligenza, fortezza, immaginazione. Tutte queste abilità vi hanno permesso di arrivare sin qui, ma ce né un’altra. C’è un’altra cosa, un’altra abilità che avete la necessità di possedere. E questa cosa, questa “abilità” è la fortuna.”

Gli stecchi con la scritta tu vivi sono solamente due. Tre ragazzi moriranno uccisi dalla matriosca della fortuna. Ma è fortuna? Cioè, è qualcosa di cieco, qualcosa di totalmente casuale o si tratta di altro? Come abbiamo visto nell’analisi della scena quadrata si può stare all’interno del quadrato, quindi del sistema, rimbalzando tra morte e valore economico delle cose delle persone a due livelli di profondità.

Il primo mantenendo l’identità, ma facendo comunque parte del sistema. Il secondo lasciando che il sistema imprima la propria identità. Per uscire dal sistema, per uscire da questo quadrato è necessaria una falla. Chi porta questa falla come Gi-hun è investito di una missione. Missione determinata dalla falla stessa, in qualità di destino pensante, trascendente. Che come abbiamo visto interviene all’inizio della storia. Interviene cioè nel primo episodio della prima stagione di Squid Game e nel primo episodio della seconda stagione.

Chi sono in questo film “As the Gods will” i vincitori? Sono i due ragazzi più rappresentativi che hanno due modi di approcciarsi al “sistema” completamente diverso, antagonisti tra loro. Come a dire: le storie e i sistemi non possono andare avanti senza queste due componenti. Ma allora non è una casualità, non è un destino cieco, non è una fortuna cieca. È qualcosa che difende se stessa e sceglie chi portare avanti. Tant’è che ad essere uccisa sarà anche Ichika, che prima di affrontare quello che ora sappiamo essere un “gioco speciale”, (in questo possiamo vedere una prefigurazione del gioco speciale di Squid Game, i punti di contatto sono molti), aveva fatto dei piani assieme a Shun.

E nella scena in cui Shun si dichiara e pensa un futuro insieme a Ichika. possiamo vedere un’altra prefigurazione, ovvero l’episodio 6 della prima stagione di Squid Game “GGambu”. Episodio privilegiato per vedere come il sistema, l’anti-falla, agisce; e infatti qui vediamo la stessa cosa e possiamo quindi tranquillamente dire che questa fortuna non è cieca anzi è l’anti-falla l’anti-destino pensante in azione.

Facciamo una cosa allora. Mettiamo su una ideale, ipotetica, linea temporale, il destino pensante, la falla, che agisce agisce in Squid game all’inizio della narrazione e mettiamo l’anti-destino di “As the Gods will” che agisce al termine della narrazione. Abbiamo così creato una sorta di spazio-tempo narrativo. La domanda a questo punto è: in mezzo, tra l’inizio e la fine: cosa c’è?


Copertina del primo volume di
“Tobaku Mokushiroku Kaiji”
(賭博黙示録カイジ) manga scritto e disegnato da Nobuyuki Fukumoto, Pubblicato da Marchio Kodansha (1996)

La risposta a questa domanda ce la fornisce l’altra fonte Kaiji, l’anime “Kaiji: Ultimate Survivor” (2007) prodotta da Nippon Television, DN Dream Partners, VAP e Madhouse, diretta da Yuzo Sato, tratto dall’omonimo manga; anche qui il contenuto diegetico è molto simile a quello di Squid game, dove troviamo, anche, la figura di un reclutatore. Ed è proprio dal dialogo con questo reclutatore che possiamo capire cosa c’è al centro di questo spazio-tempo narrativo. Ma questa è un’altra storia.

Irvin Gotta
© riproduzione vietata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: contenuto protetto da copyright